Questo semplice strumento vi consentirà di valutare una serie di aspetti del vostro rapporto di coppia. E’ utile riflettere sugli elementi dell’inventario insieme al proprio partner. Si consiglia di prendere un appuntamento per dedicarsi un’ora a questa autoanalisi di coppia in modo da poter comprendere quali aspetti della relazione necessitano di attenzione e quali invece denotano accordo e completamento reciproco.
(Adattato da: Beck A., 1988).
Nella colonna di sinistra date un punteggio alle voci elencate secondo la frequenza in cui l’episodio accade:
0= mai 1= raramente 2= qualche volta 3= frequentemente 4= sempre
e in seguito richiedete un consulto online per capire cosa si può fare per i vostri problemi di coppia, indicando le aree problematiche che avete evidenziato.
DECISIONI:
Quando dobbiamo discutere un problema o prendere una decisione:
___ non siamo d’accordo
___ il mio partner si arrabbia
___ io mi arrabbio
___ io mi arrendo
___ il mio partner si arrende
___ non veniamo a compromessi
___ le decisioni le prendo io
___ evitiamo di prendere decisioni
___ i miei sentimenti sono feriti
___ i suoi sentimenti sono feriti
___ litighiamo per cose da nulla
QUESTIONI ECONOMICHE:
___ il mio partner è uno spendaccione
___ il mio partner è tirchio
___ il mio partner brontola per ogni mia spesa
___ non pianifichiamo le spese mese per mese
___ non abbiamo un accordo sui risparmi
___ non riusciamo a capire dove vadano a finire i soldi
___ il mio partner tiene nascosti i debiti che fa o dove vanno a finire
i soldi
___ non abbiamo un accordo sulla priorità da dare alle spese
___ spendiamo senza sentirne la responsabilità
RAPPORTI SESSUALI:
___ per il mio partner i rapporti sessuali hanno più importanza che
per me
___ per il mio partner i rapporti sessuali hanno meno importanza che
per me
___ trovo difficile parlare di sesso con il mio partner
___ i nostri rapporti sessuali non sono soddisfacenti
___ sono riluttante a comportarmi affettuosamente perché il mio
partner diventa troppo voglioso
___ le nostre preferenze sessuali sono diverse
___ il mio partner usa la sessualità per controllarmi o punirmi
___ il mio partner ha un interesse eccessivo per il sesso
___ il mio partner è insensibile ai miei desideri sessuali
___ non siamo d’accordo sul sesso protetto e i metodi anticoncezionali
SVAGHI E ATTIVITA’ PER IL TEMPO LIBERO:
___ nel tempo libero stiamo insieme meno di quanto vorremmo
___ il mio partner dedica troppo tempo allo svago
___ mi sento costretto a fare cose che preferirei non fare
___ non ci piacciono le stesse attività ricreative
___ il mio partner ha pochi hobby o interessi per il tempo libero
___ non c’è un giusto equilibrio fra il tempo libero che passiamo insieme
o separati
___ il mio partner non suddivide in modo equilibrato lavoro e svago
REGOLE PER LA BUONA COMUNICAZIONE NELLA COPPIA … E nella vita, in generale.
E’ utile leggere, conservare e rileggere queste impegnative regole dopo un dialogo che possa averci lasciato qualche dubbio rispetto alla “salute” delle comunicazioni svoltesi. In tal modo è possibile mettere progressivamente più a fuoco queste regole vincenti adattandole alla vita vissuta. Sarà inoltre utile osservare i risultati benefici dell’applicazione di queste regole, rivedendole dopo un’interazione efficace e soddisfacente. In ogni caso la regola principale è: fare il primo passo e prendersi la ricompensante responsabilità di creare la comunicazione. Queste regole sono innanzitutto per noi, non solo per gli altri!
Vi invito ad annotare riflessioni uniche e preziose sul proprio percorso di miglioramento della comunicazione e della interazione con gli altri, in modo da rendere flessibili e calzanti regole che, per forza di cose, sono state qui elencate in maniera pratica e che possono essere apprese e discusse in terapia.
«Principi per chi parla e principi per chi ascolta»
A. PRINCIPI PER CHI PARLA:
A. 1. Essere possibilmente brevi.
Cercare di dire solo l’essenziale. Provare a usare la “regola delle due frasi”: limitarsi a esporre il proprio pensiero condensando l’essenziale in poche parole ben scelte, magari due alla volta. In questo modo si riduce anche il materiale ostile, controproducente.
Note ed esempi: ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
A. 2. Essere precisi.
Evitare le osservazioni vaghe, generiche. Per es. invece di dire: “Vorrei che giudicassi di meno” oppure: “Che fossi più espressivo”, dire: “Mi piacerebbe che rispettassi il mio bisogno di fare questa determinata cosa” oppure: “Che esprimessi come puoi ciò che senti rispetto a questa cosa”.
Note ed esempi:
A. 3. Non abbandonarsi alle accuse, al biasimo, agli insulti.
Meglio seguire la regola di non incolpare: “C’è un problema. Vediamo insieme come si può fare per risolverlo”. Evitare il verbo essere: “Sei così in queste situazioni”, e contestualizzare le nostre osservazioni: “Ho l’impressione che ti sia comportato così in queste situazioni”.
Note ed esempi:
A. 4. Evitare la tendenza ad affibbiare etichette.
“Negligente”, “egoista”, “noncurante” di solito sono ipergeneralizzazioni e offuscano la visione del problema e delle risorse; o peggio sono provocatorie e possono sabotare la comunicazione.
Note ed esempi:
A. 5. Evitare asserzioni assolute.
“Sempre”, “mai”, “tutti”, “nessuno”, “il mondo”… sono asserzioni di solito sbagliate e vengono confutate, perché è estremamente raro che la realtà sia di un solo “colore”. L’uso di queste connotazioni assolute può suscitare un diverbio sterile e distogliere l’attenzione dai fatti specifici che si vogliono affrontare.
Note ed esempi:
A. 6. Dire le cose chiaramente e non esprimerle indirettamente attraverso una critica.
Ad esempio: “Mi piacerebbe molto che tu mi ascoltassi se ti parlo di questa cosa” è meglio di: “Tu non mi ascolti mai quando ti parlo di questa cosa”.
Note ed esempi:
A. 7. Non cercare di indovinare le intenzioni dell’altro.
Le interpretazioni che si fanno il più delle volte sono sbagliate e infastidiscono. E’ meglio dire: “Io ho l’impressione che tu ce l’abbia con me” oppure “che non ti senta a tuo agio con me” invece di accusare l’altro dicendo: “Ti stai vendicando negandomi il tuo aiuto” oppure “non ti esprimi e non vuoi lasciarti andare”. Quando si mettono alla prova le proprie opinioni su un certo comportamento altrui, bisogna ricordare che esse sono interpretazioni, non dati di fatto, E’ inutile abbandonarsi a un’analisi pseudopsicologica delle motivazioni altrui.
Note ed esempi:
B. 1. Ascoltare attentamente.
Inviare segnali di retroazione indicanti che si sta ascoltando, mantenendo lo sguardo e emettendo garbatamente suoni come ‘mmhmm’, ‘già’, ‘sì’, che indicano “Ti sto ascoltando”, “Mi fa piacere quello che dici”, “Quello che stai dicendo mi interessa molto”, “Tengo al fatto che tu ti esprima perché ciò chiarisce anche i miei pensieri”.
Note ed esempi:
B. 2. Trovare dei punti di accordo e di mutua comprensione.
Ciò permette di non dare l’impressione d’essere un avversario: “Capisco cosa provi rispetto a questo fatto”, “Capisco che questa cosa ti possa irritare”.
Note ed esempi:
B. 3. Non fare caso alle affermazioni negative dell’interlocutore.
L’interlocutore offeso o arrabbiato tende a presentare il problema in termini eccessivi e accusatori. Cercate di mettere a fuoco la causa della rabbia e ignorare le espressioni di biasimo e le critiche.
Note ed esempi:
B. 4. Porsi delle domande.
A volte certe rimostranze, chiarissime per chi le fa, non lo sono altrettanto per chi le ascolta. Chiedersi: “Qual è il punto essenziale di ciò che il mio interlocutore sta cercando di dirmi?”.
Note ed esempi:
B. 5. Controllare la propria comprensione.
“Credo che tu mi stia dicendo che non vuoi più sorbirti questo comportamento di questa persona”, oppure: “Mi stai dicendo che vuoi che mi decida a darti un aiuto concreto?”; “Mi stai dicendo che vuoi che mi decida a pagare i conti?”.
Note ed esempi:
B. 6. Chiarire i motivi del proprio comportamento.
se si pensa che l’interlocutore li abbia male interpretati. Per es. dicendo: “Volevo veramente dedicarmi a te, ma prima di venire mi sono accorto che dovevo finire un certo lavoro”.
Note ed esempi:
B. 7. Non esitare a mostrare il proprio rincrescimento.
In una buona relazione è prevista anche l’espressione del rammarico per eventuali offese, involontarie o deliberate, all’altro. E’ importante comunicare questo sentimento.
Note ed esempi:
Psicologo in Salerno. Psicoterapia cognitivo-comportamentale, ipnosi, mindfulness. 3200289225 / 089220058
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